ROMA – Alle 9 di domattina, nell’hotel della foto, si apre il processo sportivo al Teramo dinanzi al Tribunale Federazione Nazionale: il presidente Campitelli e il direttore sportivo (adesso sospeso), Di Giuseppe, dovranno dimostrare l’estraneità della società biancorossa alla presunta combine nella partita contro il Savona. I dirigenti del Teramo sono tra i deferiti che il procuratore Palazzi vuole condannare per l’illecito. Spetterà all’avvocato Eduardo Chiacchio dimostrare l’estraneità del presidente Campitelli alla vicenda e dunque evitare la condanna per responsabilità diretta del sodalizio di via Oberdan. Il processo andrà avanti per l’intera mattina e presumibilmente per buona parte del pomeriggio, la sentenza è attesa non prima del 17 agosto. Sul giudizio di domani non potrà non pesare anche quanto accaduto oggi nel processo che vedeva sul banco degli imputati sportivi il Catania e il suo presidente Pulvirenti. Ebbene, per la combine di cinque gare, il procuratore federale ha chiesto la retrocessione in Lega Pro degli etnei con una penalizzazione di 5 punti nella prossima stagione e 5 anni di inibizione per il patron Antonino Pulvirenti. «La collaborazione è sempre rarissima e merita una valutazione premiale, l’omertà è spezzata con questi elementi collaborativi», ha detto il procuratore Figc, Stefano Palazzi, chiedendo al Tribunale Federale Nazionale la sanzione ridotta per il Catania e il patron Pulvirenti in base all’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva applicabile «in caso di ammissione di responsabilità e di collaborazione fattiva». La Procura Figc ha chiesto, inoltre, cinque anni di inibizione più preclusione, più altri tre anni di inibizione e un’ammenda di 60mila euro, per l’ex ad Pablo Cosentino e il dirigente Piero Di Luzio. Stralciata la posizione dell’agente dei calciatori Michele Arbotti, attualmente agli arresti domiciliari. Il patron Pulvirenti è presente al dibattimento, al momento sospeso e che si concluderà nel pomeriggio.
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